La sfida dei CPT
Nella nostra provincia la presenza dei CPT e il loro funzionamento stanno permettendo forme di confronto diretto tra servizi e scuole, oltre a fornire un presidio locale sul funzionamento del sistema integrato zerosei.
Le scuole dell’infanzia statali, penalizzate sul piano di un coordinamento pedagogico sistematico e di territorio, si sono organizzate in reti di scuole a dimensione provinciale o sovra distrettuale per diventare soggetti interlocutori ai tavoli di confronto e dialogare in forma di reciprocità con le rappresentanze interne ai CPT.
Questo è quanto accaduto sul nostro territorio: sono state analizzate le indicazioni fornite a livello nazionale per la messa a punto dell’offerta formativa e individuate le azioni da sostenere con i bambini per scegliere l’impostazione del servizio stesso. Da queste premesse si è previsto un piano di azione, anche con passaggi graduali e progressivi, mirato ad elevare le competenze del personale interno ed evitare di disperdere risorse o, peggio, di collocare servizi laddove non servono, considerati i cambiamenti nella natalità e nella collocazione abitativa della popolazione.
Il 2023-2024 potrebbe diventare l’anno di svolta dei CPT. L’ottica è sempre quella di generare un’attenzione culturale sui bisogni educativi dei più piccoli; di rompere lo stereotipo dei nidi e della scuola dell’infanzia come luogo di custodia, ancora presente in parte nella nostra realtà sociale; di valorizzare gli interventi educativi perché garantiscano una maggiore vitalità e successo alle nuove generazioni; di trovare forme di qualificazione del personale (educatori e docenti) affinché il settore della prima infanzia possa diventare più attrattivo e possa costituire una qualificata opportunità occupazionale.