Le competenze del coordinatore pedagogico 06

co06ro23
Proviamo ad approfondire insieme le competenze chiave del coordinatore pedagogico all’interno dei servizi 0-6. Il coordinatore pedagogico deve saper gestire i rapporti con le educatrici, i collaboratori e le famiglie. Inoltre è dotato di competenze educative, gestionali e manageriali e deve possedere:
- capacità di analisi per sostenere il gruppo nell’elaborazione del progetto pedagogico;
- capacità di organizzare i mezzi d’azione più efficaci per permettere al gruppo di raggiungere gli obiettivi prefissati;
- capacità di sintesi che aiuti il gruppo ad assumersi e portare a termine i compiti affidati;
- capacità a comunicare per consentire a se stesso e agli altri di scambiare i significati delle proprie esperienze.
Gli obiettivi che dovrà raggiungere possono essere riassunti nei seguenti punti:
- occuparsi del monitoraggio e della verifica della qualità dei programmi educativi;
- curare l’organizzazione del lavoro educativo nei servizi per l’infanzia;
- occuparsi della formazione e dell’aggiornamento del gruppo educativo. La formazione permanente e la ricerca – azione, o ricerca -aggiornamento, per le loro stesse caratteristiche, rappresentano l’ambito privilegiato per l’elaborazione delle competenze professionali e del giusto clima relazionale che connotano il rapporto tra adulto e bambino.
- gestire l’inserimento di bambini extracomunitari e disabili;
- coordinare processi di programmazione e di verifica delle attività dell’equipe didattica;
- coordinare progetti di sperimentazione educativo/didattica e di ricerca;
- promuovere e coordinare il raccordo con i servizi educativi, sociali e sanitari presenti nel territorio;
- organizzare il servizio in relazione all’articolazione di spazi, tempi, materiali di gioco, del personale e dei gruppi di bambini;
- elaborare progetti relativi ai rapporti con le famiglie, con particolare riferimento al sostegno genitoriale, all’attivazione delle risorse educative dei genitori e al confronto tra loro;
- tessere rapporti con il Coordinamento Pedagogico di altri Comuni, Provincie e Regioni per la diffusione delle esperienze maturate sul territorio.
Sua indispensabile azione sarà quella di essere “co-artefice” della realizzazione del sistema territoriale dei servizi socio-educativi e scolastici attraverso la promozione e la progettazione culturale e pedagogica, seguendo il progetto territoriale che l’ente locale vuole realizzare, in risposta ai diritti ed ai bisogni individuati nella popolazione sia adulta che infantile, e le politiche di governo perseguite dall’amministrazione comunale, attraverso la gestione diretta e indiretta dei servizi 0-6 anni.
La sfida dei CPT

co06ro23
Nella nostra provincia la presenza dei CPT e il loro funzionamento stanno permettendo forme di confronto diretto tra servizi e scuole, oltre a fornire un presidio locale sul funzionamento del sistema integrato zerosei.
Le scuole dell’infanzia statali, penalizzate sul piano di un coordinamento pedagogico sistematico e di territorio, si sono organizzate in reti di scuole a dimensione provinciale o sovra distrettuale per diventare soggetti interlocutori ai tavoli di confronto e dialogare in forma di reciprocità con le rappresentanze interne ai CPT.
Questo è quanto accaduto sul nostro territorio: sono state analizzate le indicazioni fornite a livello nazionale per la messa a punto dell’offerta formativa e individuate le azioni da sostenere con i bambini per scegliere l’impostazione del servizio stesso. Da queste premesse si è previsto un piano di azione, anche con passaggi graduali e progressivi, mirato ad elevare le competenze del personale interno ed evitare di disperdere risorse o, peggio, di collocare servizi laddove non servono, considerati i cambiamenti nella natalità e nella collocazione abitativa della popolazione.
Il 2023-2024 potrebbe diventare l’anno di svolta dei CPT. L’ottica è sempre quella di generare un’attenzione culturale sui bisogni educativi dei più piccoli; di rompere lo stereotipo dei nidi e della scuola dell’infanzia come luogo di custodia, ancora presente in parte nella nostra realtà sociale; di valorizzare gli interventi educativi perché garantiscano una maggiore vitalità e successo alle nuove generazioni; di trovare forme di qualificazione del personale (educatori e docenti) affinché il settore della prima infanzia possa diventare più attrattivo e possa costituire una qualificata opportunità occupazionale.
Coordinamento pedagogico territoriale e qualità dei servizi

co06ro23
Come si legge dal Decreto legislativo 65/2017, il “Sistema integrato di educazione e di istruzione deve garantire a tutte le bambine e i bambini, dalla nascita ai sei anni, pari opportunità di sviluppare le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento per superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche, etniche e culturali”. Ma l’anno scolastico 2022-2023, ormai agli sgoccioli, ha mostrato diverse criticità legate all’emergenza energetica che impone una rivisitazione dei costi. Servono efficaci strategie di governance e adeguate capacità previsionali per impiegare al meglio le ingenti risorse provenienti dal PNRR che ammontano a 3,1 miliardi per asili nido e scuole dell’infanzia e a 2,1 miliardi per 100.000 classi innovative e laboratori collegate al Piano Scuola 4.0 che potrebbero supportare azioni innovative sull’incremento qualitativo e quantitativo dei servizi zerosei.
L’anno scolastico 2023-2024 potrebbe essere quello giusto per la messa a sistema dei Coordinamenti pedagogici territoriali (CPT) sul territorio nazionale. La necessità di far funzionare tale coordinamento nel segmento zerosei è davvero urgente e anche prioritaria se si vuole dare sostanza all’innovazione promossa dalla Legge 107/2015 e ben veicolata dal D.lgs. 65/2017: elevare cioè la cultura dell’infanzia nel nostro Paese, aumentare il numero di servizi zerotre, sostenere la qualità degli interventi educativi nelle strutture e nelle scuole dell’infanzia.